"Chiunque considerasse con attenzione tutte le tuniche membranose del corpo, la struttura, il colore la continuazione, l'uso di esse, delle ghiandole, delle viscere e dei vasi, ..., avrebbe dovuto confessare, anche suo malgrado, che tutte queste parti non erano altro che una continuazione delle meningi e delle fibre midollari del cervello" (da Mirabilis Machina, di A. Toscano, XVII° sec.)
Nell'anatomia classica, il sistema fasciale è considerato solo l'insieme di tessuto connettivo di sostegno meccanico e separazione quasi aridamente ed unicamente "logistica". In effetti le fasce creano logge, dividono varie parti creando setti di separazione, formano i tendini dei muscoli e altro, ma in Osteopatia se ne ha una visione molto più ampia.
La fascia mette in relazione tutte le parti del corpo, esprimendo e avvalorando il concetto cardine osteopatico di globalità dell'individuo e del suo corpo, inteso come materia vivente e non inerte!
La fascia si suddivide innumerevoli volte, senza soluzione di continuità, insinuandosi sempre più nell'ambiente microscopico fino ad andare a formare la Matrice Extra Cellulare (MEC) che, quindi, non rappresenta altro che la riduzione in minimi termini del sistema fasciale stesso.
Rappresenta un armonizzatore meccanico, un coordinatore della motricità, un dissipatore ed accumulatore di energia ed un laboratorio biochimico. Rappresenta il nostro "terreno", l'ambiente nel quale, e per mezzo del quale, viene regolata l'omeostasi.
La fascia è l'ambiente dove la cellula vive, si riproduce, sintetizza, si muove, assimila, secerne, si ammala e muore. (Lipton, 2006)
E' evidentemente importante assimilare il concetto che le forze meccaniche che agiscono sul nostro organismo, patologiche o terapeutiche che siano, agiscono sulla fisiologia e sulla salute in generale.
Il fondamento di autoregolazione omeostatica ed allostatica, proprietà biologiche generali e specifiche del corpo umano già definite nel principio ippocratico latinizzato in "vis medicatrix naturae" sono un pilastro portante dell'Osteopatia, la quale ha la consapevolezza che esiste un'interrelazione tra struttura e funzione su vari livelli macroscopici (ad esempio a livello muscolo-scheletrico o articolare) e microscopici (a livello istologico e cellulare). Una struttura alterata può alterare la funzione e viceversa.
Ciò premesso si può intuire ed empiricamente affermare quanto le mani possano intervenire sulla fisiologia cellulare.
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